Cookie Consent by Free Privacy Policy website Palazzo Vecchio, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne “Giuditta che decapita Oloferne” di Artemisia Gentileschi
november 23, 2016 - comune di firenze

Palazzo Vecchio, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne “Giuditta che decapita Oloferne” di Artemisia Gentileschi

Comunicato Stampa disponibile solo in lingua originale. 

25-27 novembre
Palazzo Vecchio, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
“Giuditta che decapita Oloferne” di Artemisia Gentileschi.
Un allestimento temporaneo permetterà di mostrare l’opera conservata presso la Galleria degli Uffizi, in dialogo con la Giuditta di Donatello in Sala dei Gigli


In occasione della “Giornata internazionale contro la violenza sulle donne” il #comunedifirenze, in collaborazione con la Galleria degli Uffizi, presenta in Sala dei Gigli la Giuditta che decapita Oloferne di Artemisia Gentileschi (1620 ca.), in un dialogo ideale con l’analogo soggetto in bronzo realizzato da Donatello tra il 1457 e il 1464. Provenienti entrambe dalle collezioni medicee, commissionate da Piero de’ Medici e dal Granduca Cosimo II, le due opere si soffermano sul momento più violento del racconto biblico, l’attimo cruciale in cui la giovane donna sferra il colpo mortale, creando scene di forte impatto emotivo. Il tema dell’eroina ebrea, modello di virtù e coraggio, che riscatta il suo popolo uccidendo il generale assiro Oloferne, si arricchisce in entrambe le versioni di significati ulteriori.
Originariamente destinata al giardino del palazzo di via Larga (l’attuale Palazzo Medici Riccardi), la Giuditta e Oloferne di Donatello assume una valenza politica quando, nel 1495, a seguito della cacciata dei Medici, l’opera viene confiscata e trasferita sull’arengario di Palazzo Vecchio, sede del nuovo governo fiorentino, quale simbolo di libertà repubblicana.
Nella versione di Artemisia Gentileschi è possibile leggere riferimenti più strettamente personali. Difficile non mettere in relazione la brutalità della scena con la violenza sessuale subìta dall’artista il 6 maggio 1611 da parte del pittore Agostino Tassi, amico del padre Orazio Gentileschi e suo maestro di prospettiva e di disegno. La determinazione di Giuditta ricorda quella di Artemisia che coraggiosamente affronta il lungo processo intentato dal padre contro il suo violentatore e dopo la condanna di quest’ultimo, superata la vergogna subita, riesce perfino ad affermarsi come pittrice assicurandosi importanti commissioni in Italia e presso le principali corti europee.
Al di là di ogni riferimento strettamente biografico, l’opera può essere letta ancora oggi come un manifesto di denuncia della violenza di genere, un simbolo di accusa e di riscatto, in nome di tutte le donne vittime di violenze.

La Giornata Internazionale per l’Eliminazione della violenza contro le donne
Nel 1999 l’Assemblea Generale della Nazioni Unite ha istituito il 25 novembre come “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”, in ricordo delle tre sorelle Mirabal, donne rivoluzionarie che intorno alla metà del secolo scorso tentarono di contrastare il regime del dittatore domenicano Rafael Leónidas Trujillo, finché il 25 novembre 1960 non vennero brutalmente assassinate.
Per onorare questa giornata e per sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi della prevenzione e della tutela delle vittime di violenza, il #comunedifirenze ha deciso di organizzare a Palazzo Vecchio un convegno internazionale sul femminicidio.
L’evento è promosso dal #comunedifirenze, con l’organizzazione di Mus.e e con la collaborazione del Ministero dei Beni e delle attività Culturali e del Turismo.
L’allestimento e l’organizzazione dell’iniziativa sono stati resi possibili da AXA Art, Arteria, Florence for Women, Forma Edizioni (catalogo), Rimani, Stand Studio e Tuscan Excelsia.
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